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Moto utilizzata:
GS 1200 LC
Tappe:
Palermo-Piana Degli
Albanesi-Corleone-Campofiorito-Bisaquino-Burgio-Palermo
Nazioni visitate:
Italia
Regioni visitate:
Sicilia
Km percorsi: 260
Durata: una giornata
Visto che le previsioni meteo prevedavano
pioggia per sabato ho deciso di anticipare il giorno prima questa nuova
avventura on the road in Sicilia. Giornata semplicemente meravigliosa,
anzi un po troppo calda per i miei gusti. Oggi me la prenderò con calma
visto che sono solo. Prima di prendere la moto passo dal bar sotto casa
per comprare la “colazione” , l’iris al forno con ricotta. Lascio
rapidamente il traffico caotico della città e mi dirigo verso Piana
degli Albanesi. Prima di lasciare la vista del mare mi fermo per fare
colazione con una splendida veduta sulla città di Palermo. Continuando
sulla SP5 giungo al lago di Piana degli Albanesi. É sempre uno
spettacolo guardare il lago e le montagne circostanti. Prima di
Sant’Agata imbocco la SP 103. La strada è completamente dissestata e
bisogna stare molto attenti. Faccio veramente fatica ad andare avanti ma
lo spettacolo della campagna sicula in primavera è così bello ed
emozionante che nonostante le imprecazioni per la strada sono costretto
a fermarmi tantissime volte per godermi questo spettacolo unico ed
affascinante. Finalmente giungo alla mia prima destinazione di oggi il
santuario di Maria Santissima del Rosario di Tagliavia nei pressi di
Corleone. La storia racconta
che nell'area adibita prevalentemente a pascoli e colture
varie , i fratelli Lo Jacono, allevatori e affittuari del feudo
Strasatto, rimuovendo un
cumulo di sassi per la costruzione di un ovile, trovarono una lastra di
pietra nella quale era dipinto
un'immagine della Vergine del Rosario. l ritrovamento considerato
miracoloso, fu seguito contestualmente dall'affioramento di una sorgente
d'acqua ritenuta dagli effetti curativi. Con l’esposizione del dipinto
ha inizio la venerazione della madonna ed in seguito la costruzione del
santuario. Ripresa la moto attraverso Corleone per fermarmi un attimo ai
ruderi della Chiesa di San Marco. La leggenda dice che che esiste un
cunicolo che la collega alla cripta della chiesa madre e che sia
possibile trovare un tesoro (il cosiddetto Tesoro di San Marco)
se si riesce a percorrere l’intero percorso, allo scoccare della
mezzanotte del 25 Aprile,
con un bicchiere colmo d’acqua e senza farne versare una goccia !
Proseguo verso Campofiorito per poi giungere nei pressi di Bisaquino per
visitare il Santuario della Madonna del Balzo. Si narra che l’immagine
della Madonna che fu ritrovata sul monte fosse portata per ben tre volte
in paese e ogni volta fosse sparita e poi ritrovata sul sacro
Balzo dove oggi sorge il santuario costruito nel 1679. Purtroppo
a causa della caduta di alcuni massi non è stato possibile visitare il
santuario. La veduta su tutto il territorio è imponente ma non mi resta
che riprendere la moto e continuare il mio percorso. Continuando sulla
SS188 prima di Palazzo Adriano faccio un incontro di altri tempi. Un
uomo in sella ad un somaro (o scecco in siciliano). Gli chiedo se posso
fare una foto e mi racconta che tempo fa un paesano emigrato in america
fece la stessa foto. Gli dico che la sua foto non andrà così lontano ma
in terra vichinga. Ne è nata una piacevole chiacchierata conclusasi con
queste parole in dialetto” Lei ummacanusci io unnacanuscio ma mi bastaru
ru paruole pi sapiri che pirsona è lei, le auguro tante cose belle” !
Poco dopo giungo nella bella piazza di Palazzo Adriano set del famoso
film di Tornatore “Nuovo cinema paradiso”. Qui mi fermo al bar per
mangiare calzone fritto ed arancina. Preso un caffè lascio il paese e mi
dirigo verso il Parco dei Sicani alle spalle di Burgio. Qui comincia un
lungo percorso in off-road non consigliato a moto stradali.
Dopo circa sei chilometri immerso in una natura meravigliosa
giungo ai ruderi dell'Eremo di S. Adriano, in larga parte ricoperti
dalla vegetazione. Le origini risalgono a Guglielmo I per sciogliere un
voto fatto alla vergine in un momento di grave pericolo quando, a caccia
in quei boschi, aveva rischiato di essere ucciso da un cinghiale
inferocito. Oggi restano i muri perimetrali della struttura che risale
al XVII sec. . Il luogo è davvero bello soprattutto per la vegetazione
che compre per intero e
regge allo stesso tempo l’eremo. Dopo essermi fermato ad una fonte di
acqua per rinfrescarmi proseguo la strada della forestale.
Dopo un largo giro giungo finalmente sulla strada che conduce
all’ultima tappa di oggi, Il Santuario della Madonna di Rifesi edificato
nel 1170 dal normanno Ansaldo, castellano del Palazzo Reale di Palermo
durante il vescovato ad Agrigento di Gentile. Luogo incantevole immerso
nella natura dove ogni seconda domenica di Agosto, da tempo
immemorabile, avviene la processione del Crocifisso di Rifesi che dalla
Chiesa Madre viene trasportato verso il Santuario. La leggenda racconta
che il Crocifisso ligneo sia stata scolpito nel 1200 da un pastore che
utilizzò il legno di un albero. Riuscì a scolpire tutto il Cristo tranne
la testa. Questa fu
ritrovata già scolpita dal pastore ai piedi di una quercia detta la
«celsa di lu Signuri» e che la stessa quercia, in seguito, fu colpita da
un fulmine e di essa rimase un fusto monco, dalle sembianze di una
croce. Insomma leggende antiche che si tramandano nel tempo. É ora di
fare rientro verso casa. Alla prossima.
Per chi
volesse partecipare alle nostre gite fuori porta fracharly2001@yahoo.it
o chiami il numero 3286183426. Non si accettano “SMANETTONI”
Lamps siculi
Francesco
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