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Moto utilizzata:
2 moto
Nazioni visitate:
Italia
Regioni visitate:
Sicilia
Km percorsi: 430
Durata: una giornata
Prima
giornata on the road in terra sicula per il 2024. Dopo la pioggia
torrenziale di ieri, oggi splende il sole con una temperatura di circa
17 gradi. Oggi andremo in provincia di Enna. Dopo un breve percorso in
autostrada imbocchiamo la SS120 che ci porterà a Cerda. La strada sale
rapidamente tra curve e tornanti passando dallo Storico Autodromo
della Targa Florio. La primavera siciliana regala il meglio di sé.
Colori sgargianti, intensi, paesaggi mozzafiato che ci costringono
spesso a fermarci a bordo strada per godere un attimo di questa
meraviglia della natura. Attraversiamo il paese di Caltavuturo per
continuare sulla SS120 sino allo svincolo autostradale di Tremonzelli.
Altro breve tratto di autostrada sino alla svincolo di Ponte Cinque
Archi. Da qui si prosegue per la SS121 attraversando Villarosa e
giungendo sotto la città di Enna con il suo magnifico Castello Lombardia
che da secoli domina tutto il territorio circostante. Il percorso
prosegue sulla SS192. Da qui il paesaggio è dominato da sua maestà
l’Etna. Ieri ha nevicato abbondantemente sul vulcano ed oggi è uno
spettacolo straordinario. Quasi l’intero vulcano è ricoperto di neve.
Il suo bianco candido contrasta con un cielo azzurrissimo. Davvero un
gran bel vedere. Giungiamo a Catenanuova, dove all’ingresso del paese,
presso il forno locale, compriamo un pane intero condito con provola,
prosciutto, funghi ed olive e qualcosa da bere. Con questa bella
giornata non abbiamo proprio voglia di sederci al ristorante. Si riparte
continuando sulla SS192. C’è un incredibile profumo di zagara, basta
aprire la visiera e sentirlo per chilometri e chilometri. Deviamo sulla
SP50 in direzione di Centuripe. Dopo circa 8 km una stradina sulla
destra di circa 2,5 km di cui gli ultimi 500 metri non asfaltati, ci
porta alla prima destinazione di oggi. Le rovine del Castello di Poira.
L'antico castello sorge in contrada Poira, nella strada che conduce da
Paternò a Centuripe tra la provincia di Catania ed Enna. Fu
probabilmente edificato in età medievale sui resti di antico centro
abitato dai Siculi. L'imponente complesso edilizio costituito da quattro
grandi corpi di fabbrica con funzione abitativa, di magazzino, di riparo
per gli animali e religiosa, fu sede di una masseria fino alla fine del
XX secolo. Purtroppo oggi e’ completamente abbandonato ma comunque
conserva il suo fascino. Dell'antico edificio oggi rimangono alcuni
resti. Si possono ancora vedere tracce della doppia cinta muraria, le
feritoie, le finestre strombate, l'enorme cisterna, la cappella e una
stanza con i camini. Si gode una veduta a 360 gradi su tutto il
territorio e naturalmente una magnifica vista dell’Etna. Riprese le
moto torniamo sulla SP 50. Prima di giungere sulla strada e’ possibile
ammirare dall’alto un’altra meraviglia di questo territorio, i Calanchi
del Cannizzola, popolarmente noti anche come deserto dei Calanchi o
deserto di Centuripe. Si caratterizza per la presenza di terreni
argillosi e depositi alluvionali. Da un punto di vista geomorfologico,
l'area presenta numerosi calanchi dovuti a fenomeni di erosione
accelerata. L'area calanchiva di contrada Valanghe, con una temperatura
media annua pari a 17,1 °C e una precipitazione media annua pari a 476
mm - viene indicata come semiarida. La SP 84 attraversa i calanchi
regalando scorci di incredibile bellezza. Proseguendo per la strada per
circa 3,5 km sulla sinistra una stradina conduce alla Panchina Gigante
di Centuripe. La “Grande Panchina” dell’architetto americano Chris
Bangle rappresenta l’attrazione dei ‘Calanchi del Cannizzola’, nel
territorio di Centuripe tra i Monti Erei e l’Etna. E’ posta in una
terrazza panoramica, con alle spalle l’Etna ed una veduta strepitosa su
tutto il territorio. C’è anche un’area attrezzata con tavoli e panche
dove potersi sedere. Dopo le foto di rito ne approfittiamo per pranzare,
godendoci la magia di questo posto fantastico. Dopo circa un’oretta
riprendiamo le moto e giungiamo a Centuripe presso la pizza del Duomo
dove al Bar Mauro ne approfittiamo per bere un buon caffè ed assaggiare
il miglior “Bersagliere” del paese, un dolce tipico del posto. Si
continua sulla SS121 attraversando Regalbuto con una veduta sul Lago
Pozzillo. Prima di giungere a Agira sosta al Cimitero Militare Canadese.
Adagiato su una collinetta in una splendida posizione nel comune di
Agira, in provincia di Enna, nel cuore della Sicilia, a circa 70
chilometri da Catania, si trova il Canadian War Cemetery, un cimitero
di guerra, l’unico in Italia dove sono seppelliti solo canadesi, così
ben curato che sembra un parco. Qui sono seppellite le spoglie di circa
490 giovani canadesi (13 membri della Royal Canadian Air Force e 477
dell’esercito) che hanno dato la vita per la libertà. Un luogo
particolarmente suggestivo, dove la pace e la serenità invitano a
riflettere. Salendo sulla collinetta si cominciano a scorgere le lapidi
dei soldati. Qui agli occhi del visitatore si presenta un panorama
mozzafiato, il bellissimo lago Pozzillo e, sullo sfondo, il vulcano
Etna. Ci si può soffermare a leggere le tante iscrizioni alla memoria di
quelle giovani vite spezzate e degli ufficiali (tutti intorno ai 20
anni) che nel luglio del 1943 persero la vita durante i combattimenti
per liberare la Sicilia dal nazifascismo nel corso dell'ultima guerra
mondiale. Sulle lapidi di candido marmo è impressa la foglia di acero,
simbolo della loro patria, il Canada. Si riparte seguendo sempre la
SS121 sino a giungere a Leonforte per visitare La Granfonte, una
fontana monumentale realizzata in stile rinascimentale-barocco. Fu fatta
costruire dal principe Nicolò Placido Branciforti sui resti di un'antica
fontana araba chiamata “Fonte di Tavi” e costituiva il luogo abituale di
riunione della popolazione e, con le sue ventiquattro cannelle, anche
l’abbeveratoio pubblico. La fontana ha forma simmetrica e presenta una
lunghezza di 24,60 metri, una profondità di 2,55 metri, 22 arcatelle
aperte a tutto sesto che lasciano intravedere il paesaggio agreste
sottostante. Luogo davvero incantevole. Sono le 17.30 ed è ora di
rientrare verso Palermo non prima però di una sosta gastronomica ad
Enna alta presso “l’Umbriaco Tavola Calda e Bottega” per assaggiare le
famose arancine (anche se da queste parti si chiamano arancini). Da
palermitano mi viene letteralmente impossibile chiamarle così! Mi ha
incuriosito un servizio visto tempo fa su RAI1 durante la trasmissione
di Sereno Variabile. Una tradizione cominciata del 1974. L’attuale
proprietario Rosario, simpaticissimo, ci racconta un po’ di queste
prelibatezze. Finalmente posso assaggiare la famosa arancina (per par
condicio arancino) a doppio strato di riso con fonduta di Piacentinu
ennese DOP al centro. Questa arancina ha ottenuto subito grandi
riconoscimenti con menzioni su importanti riviste di settore ed a
seguire l'arancina Ragusano DOP, l'unica con 25 ingredienti. Riso
siciliano qualità Baldo, cotto in acqua di mare siciliana. Tutto
aromatizzato con cime di rapa saltate in padella. All'interno troviamo
una crema di Ragusano DOP e granella di cudduredda di Delia ed infine
panatura di grani antichi siciliani. Insomma una vera delizia. Si
riparte verso Palermo. Il sole è ormai al tramonto e quando giungo a
casa ho percorso 430 km. Alla prossima.
Per chi
volesse partecipare alle nostre gite fuori porta fracharly2001@yahoo.it Non si accettano “SMANETTONI”
Lamps siculi
Francesco
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